La popolazione del nostro pianeta continuerà a crescere rapidamente: tra il 2010 e il 2025 la popolazione mondiale aumenterà di oltre 1,1 miliardi di persone. Nello stesso tempo, cresceranno anche i livelli di consumo.

Si prevede che entro il 2025 la dimensione della classe di consumatori urbani crescerà di 1 miliardo di persone e quella della  classe media complessiva sarà pari a oltre il 50% della popolazione mondiale totale. L’urbanizzazione e la crescita della classe di consumatori nei Paesi in via di sviluppo, a sua volta, promuoverà la crescita della domanda di immobili, infrastrutture, automobili, beni hi-tech e, di conseguenza, di risorse energetiche.

La domanda globale di idrocarburi liquidi continuerà quindi ad aumentare ogni anno del 1,2% in media e raggiungerà i 105 mb/d entro il 2025. La maggiore impennata della domanda di petrolio proverrà dal settore dei trasporti, per la quale l’olio è la fonte di energia principale (oltre il 90% ).

Il consumo di idrocarburi liquidi aumenterà anche nei Paesi in via di sviluppo, in cui il settore dei trasporti sta subendo una rapida crescita. Gli analisti prevedono una crescita significativa del numero di auto, così come lo sviluppo di mare, trasporto aereo e ferroviario.

In aggiunta a questo, la crescita della domanda di petrolio nei Paesi in via di sviluppo sarà ulteriormente incoraggiata dal settore industriale, in particolare, dall’industria petrolchimica. Allo stesso tempo, il consumo di idrocarburi liquidi nei Paesi sviluppati rimarrà relativamente stabile a causa dei bassi tassi di crescita economica e degli ulteriori miglioramenti nel risparmio di combustibile.

Nonostante i tassi di crescita stabili, la quota del petrolio nel consumo globale delle risorse energetiche diminuirà progressivamente, a causa della sostituzione con altre fonti di energia in settori quali la produzione di energia e gli alloggi.

Il consumo di gas crescerà più velocemente rispetto al consumo di olio. Il maggiore potenziale di crescita dei consumi di gas è in Cina, mentre i mercati europei continueranno rimanere stagnanti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *