stoccaggio dell'energia termica

Un comune prodotto di scarto dell’industria alimentare può risolvere il problema dello stoccaggio dell’energia?

Una via per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diminuire la quantità di CO2 immessa nell’aria consiste nel raccogliere e utilizzare l’energia solare ed eolica, ma poche risposte sono state trovate per il problema dell’immagazzinamento dell’energia in eccesso, nei momenti in cui, per esempio, il sole è calato o il vento non soffia.
La risposta tradizionale al problema di stoccaggio è stata l’utilizzo di batterie o, in alcuni casi, di stoccaggio mediante pompaggio idroelettrico, ma alcune loro inefficienze possono rendere vano qualsiasi beneficio all’ambiente creato utilizzando l’energia solare ed eolica.
L’obiettivo di un nuovo progetto è stato quello di sviluppare nuovi materiali a cambiamento di fase per applicazioni a stoccaggio di energia termica stagionali in un range di temperature medie; questi materiali dovrebbero essere a basso costo, rispettare l’ambiente, sicuri e facili da usare, e inoltre dovrebbero essere in grado di fungere da soluzione di stoccaggio a lungo termine con livelli significativamente più bassi di perdita termica rispetto alle opzioni attualmente disponibili.
Il nuovo materiale preso in considerazione è il polialcolo, un prodotto di scarto comune dell’industria alimentare: secondo un articolo proposto recentemente sul progetto, i polialcoli, in miscela con nanotubi di carbonio, possono creare un materiale in grado di immagazzinare energia rinnovabile come il calore.
I ricercatori sono ottimisti circa l’uso di queste leghe molecolari basati su polialcoli come risposta ai problemi di accumulo dell’energia termica.

Per maggiori informazioni: http://www.sesino.it/

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