L’Autorità per l’elettricità e l’acqua di Dubai (DEWA) ha lanciato una ricerca di consulenti che possano consigliarla sul progetto di uno sviluppo di impianti di energia rinnovabile galleggianti nel Golfo Persico.
Le acque del Golfo Persico sono costellate di piattaforme petrolifere e di gas, di perforazioni sottomarine per pompare idrocarburi in superficie. Con questo progetto potrebbero essere la sede di una fonte di energia più sostenibile dal punto di vista ambientale.

La città-stato – che, a differenza del vicino Abu Dhabi, ha relativamente poco petrolio o gas – sta seguendo un piano noto come Dubai Clean Energy Strategy 2050 che mira a garantire che il 75% della sua potenza totale provenga da fonti di energia pulita entro il 2050.
Per raggiungere questo obiettivo, le autorità stimano che sarà necessario disporre di 42 GW di capacità di produzione di elettricità pulita. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo sono già in fase di sviluppo alcuni progetti di grandi dimensioni, compreso il parco Mohammed bin Rashid Al Maktoum nella periferia del deserto della città, che si ritiene essere il più grande progetto di energia solare a sito singolo al mondo. Le prime fasi sono già state avviate, ma sono ancora in fase di espansione, con l’obiettivo di avere 5 GW di capacità installata sul sito entro il 2030, con un costo totale di circa 13,6 miliardi di dollari.

Ora, DEWA ha chiesto ai consulenti di presentare un’offerta per un contratto che lo consiglia nello sviluppo e nella costruzione di impianti solari fotovoltaici (FV) in mare aperto. Il contratto coprirà una vasta gamma di settori, compresi studi di fattibilità e una relazione di valutazione dell’impatto ambientale.

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