I vulcani non dovrebbero essere giudicati come forze puramente distruttive, potrebbero anche aver giocato un ruolo vitale nel garantire l’evoluzione della vita sulla Terra e ora potrebbero contribuire a rallentare il riscaldamento dell’atmosfera. Secondo il New Scientist, possediamo le prove che è grazie ai vulcani che la Terra è riuscita a superare il periodo di freddo gelido oltre 600 milioni di anni fa.

Il New Scientist riporta che Ryan McKenzie, dell’Università del Texas a Austin, e i suoi colleghi hanno dimostrato che il vulcanismo potrebbe aver plasmato la vita durante il periodo cruciale del Cambriano. Lo studio dimostra che le eruzioni vulcaniche coincisero con un cambiamento del clima dal freddo gelido al caldo soffocante. Questo ribaltamento provocò un’esplosione nella diversità evolutiva, seguita da un’estinzione di massa causata dal surriscaldarsi delle temperature. Poi, dopo la formazione del Gondwana e l’estinguersi del vulcanismo, il pianeta si è raffreddato e la vita ha cominciato a rifiorire.

I vulcani hanno anche attirato l’attenzione del Guardian, che riferisce su uno studio che si è concentrato sui vulcani come fattore di rallentamento del riscaldamento dell’atmosfera. Nello studio, il dott. Ben Santer e i suoi colleghi si sono chiesti se i piccoli vulcani potrebbero essere la causa di una lieve riduzione della quantità di luce solare che raggiunge la Terra.

Il Guardian cita il co-autore Carl Mears, che dice: “Siamo riusciti a dimostrare che la recente mancanza di aumento della temperatura è in parte dovuta al gran numero di eruzioni vulcaniche minori avvenute nel corso degli ultimi 15 anni. La cenere e i prodotti chimici diffusi da queste eruzioni hanno impedito a una parte della luce solare di raggiungere la superficie della Terra, riducendo temporaneamente l’aumento di temperatura, che abbiamo misurato in superficie e nella bassa troposfera. I più recenti modelli climatici studiati per la relazione IPCC non hanno adeguatamente tenuto conto degli effetti di questi vulcani, ottenendo quindi livelli di riscaldamento troppo alti nelle loro previsioni. Affinché i modelli climatici possano fare previsioni precise, è necessario che i dati inseriti nel modello siano accurati. Tali dati includono informazioni sulle modifiche dei gas a effetto serra, il particolato atmosferico e la produzione solare”.

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