L’obiettivo di lungo termine dell’Accordo di Parigi è l’impegno alla stabilizzazione dell’incremento delle temperature medie globali ben al di sotto i 2 gradi, ma sforzandosi di rimanere entro i +1,5 gradi alla fine del secolo.
Ma ciò che è ancor più importante, è la definizione di un percorso chiaro di riduzione delle emissioni attraverso una revisione degli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra ogni 5 anni.
È un accordo bilanciato e positivo, che giunge dopo anni di negoziati. E’ il segnale che la trasformazione energetica verso emissioni nette zero è ormai in atto e inarrestabile.
Riguardo agli aspetti finanziari, è prevista la mobilitazione di un minimo di 100 miliardi di dollari all’anno che i Paesi Industrializzati dovranno mobilitare verso i paesi in via di sviluppo e l’implementazione del meccanismo di compensazione “loss and damage” per i Paesi più vulnerabili.
La Cop21 si è chiusa a Parigi indicando obiettivi ambiziosi, ben oltre le aspettative iniziali. Si può dunque esprimere soddisfazione per le conclusioni del vertice, tanto più rilevanti perché a Parigi c’era davvero il mondo intero a condividere scelte decisive per il futuro di tutti, in una sorta di “globalizzazione delle responsabilità”. Un ruolo fondamentale va riconosciuto alle organizzazioni ambientaliste, che hanno incalzato la politica e le istituzioni e hanno saputo imporre il tema del cambiamento climatico all’attenzione generale. Ora si apre una nuova fase in cui è importante che ciascuno Stato si attenga ai propri impegni e venga effettuato un attento monitoraggio.

La positiva tensione di Parigi non si deve disperdere, ed anzi la consapevolezza deve crescere e investire la quotidianità delle nostre società: il rispetto degli obiettivi della Cop21 passa infatti anche attraverso le scelte che ognuno di noi compie con il proprio stile di vita.

Maggiori informazioni: http://www.heatexchanging.it

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